4 artisti che la Val di Non potrebbe aiutarvi a conoscere
Per nascita, per scelta o forse solo per caso sono molti gli artisti che nel corso del tempo hanno avuto con la Val di Non una qualche relazione. Qualcuno è particolarmente importante e forse vi stupirete di sentirlo nominare qui.
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Pensare che l’esperienza artistica in valle si risolva solo nelle chiese non è del tutto corretto, sebbene i luoghi di culto abbiano rappresentato un punto di riferimento per gli artisti non si devono dimenticare i palazzi della nobiltà rurale e, a un certo punto anche la diffusione della pratica del ritratto e della pittura di paesaggio o di genere con nature morte, scene di banchetti o di caccia per esempio.
Esperienze diverse che hanno portato tante varie personalità a lavorare in Val di Non o a confrontarsi con la committenza del luogo. L’epoca più moderna, tra Ottocento e Novecento non è forse così fortunata ma se ci si lascia incuriosire, qualche spunto per approfondire delle conoscenze c’è.
Molti artisti sono passati o hanno vissuto in Val di Non dunque, molti maestri anonimi e, tra quelli conosciuti, la maggior parte non ha un nome familiare al grande pubblico, ma c’è anche qualche eccezione e vale la pena ricordarla.
Fortunato Depero
Nel marzo del 1892 nasceva, non a Rovereto come molti credono, ma in Val di Non a Fondo un artista destinato a trovare un posto da protagonista nella storia dell’arte moderna, Fortunato Depero. Un’origine nonesa non molto nota, di fatto Depero si trasferì giovanissimo a Rovereto dove presto iniziò i suoi studi e poi la sua attività lavorativa.
Scultore, pittore, pubblicitario e molto altro, Depero è stato figura primaria di quello che si definisce secondo futurismo, quello che entrò nel quotidiano delle persone attraverso la pubblicità, il teatro, la moda e l’arredamento.
Per conoscere meglio Depero però, vi dovrete spostare dalla Val di Non, il museo da vedere è a Rovereto, si tratta della Casa d’arte futurista (oggi una delle sedi del Mart) fondato dallo stesso artista nel 1957. Il museo espone a rotazione opere di Depero di vario genere, dipinti, arazzi, collage, disegni, manifesti e tanti altri oggetti d’uso comune realizzati nei primi 50 anni del Novecento.
Matthias e Giovanni Battista Lampi
Matthias Lamp, originario della Val Pusteria si stabilì a Romeno in Val di Non nel 1723 circa. Era un pittore piuttosto modesto ma abbastanza attivo, il suo lavoro si svolse prevalentemente in Val di Non e in Val di Sole. Autore di pale d’altare, gonfaloni e viae crucis fu anche doratore e artigiano del legno occupandosi spesso di realizzare non solo i dipinti ma anche le cornici.
É certamente un pittore che vi sarà capitato di vedere in una delle tante chiese nonese che conservano le sue opere e se finora non c’avevate fatto caso ora potrete osservarlo con occhio diverso. Le caratteristiche principali nelle sue opere sono le fisionomie dei suoi personaggi, qualche volta grottesche e un’anatomia non sempre precisa e piuttosto esasperata, i colori sono brillanti e le atmosfere piuttosto cupe.
Le sue Viae Crucis in Val di Non sono davvero molto numerose, le più conosciute: Sarnonico, Cagnò, Torra, Romeno, Termon, Dambel, Cloz, Tregiovo, Ronzone, Segno, Malosco, Seio, Revò, Ruffrè, Salter, San Romedio, Vasio e Vigo di Ton ma non è escluso che abbiano la stessa paternità altre Viae Crucis di chiese nonese.
I figli di Matthias nacquero a Romeno e uno, Giovanni Battista, seguì le sue orme e anzi, lo superò in bravura e grandezza in modo del tutto travolgente diventando il più importante e raffinato ritrattista neoclassico.
Nel 1780 Giovanbattista lasciò per sempre il Trentino e si trasferì in Austria. Nella sua carriera ritrasse gli esponenti di casa d’Asburgo, poi fu a Varsavia e poi a San Pietroburgo dove raggiunse l’apice della sua carriera per poi tornare in Austria e proseguire la sua attività di professore all’Accademia di Belle Arti. Ritrasse i personaggi più importanti del suo tempo, da Caterina di Russia a Francesco II a Antonio Canova. Dall’Austria nel 1825 inviò alla comunità di Romeno la grande pala con l’Assunta che dipinse con il figlio.
In giovane età però, prima di partire per l’Austria Giovanbattista aprì bottega a Trento e si dedicò ai ritratti e alle pale d’altare. Proprio a quel periodo risale la pala della basilica dei Santi Martiri Anauniesi a Sanzeno. Il dipinto, raffigurante i Santi Martiri è del 1775 e mostra la grande padronanza del Lampi nella gestione di questo genere che presto però abbandonerà per dedicarsi totalmente alla ritrattistica.
Francesco Guardi
Francesco Guardi è uno dei più interessanti e bei pittori del Settecento, nacque e lavorò a Venezia ma il padre Domenico, anche lui pittore, veniva da Mastellina in Val di Sole. Domenico Guardi morì nel 1716 e lasciò la bottega ai due figli che avevano manifestato la sua stessa passione, Gianantonio e Francesco; è curioso ricordare anche che la figlia Maria Cecilia invece, sposerà Giambattista Tiepolo, forse il più grande pittore del ‘700 veneziano.
Francesco, maestro delle atmosfere evanescenti e irreali è un artista le cui opere sono di particolare bellezza e che è un vero piacere ammirare, sappiate dunque che è possibile farlo anche in Val di Non.
Nella prima metà del Settecento infatti il parroco di Tòn era don Pietro Antonio Guardi, zio dei giovani pittori coi quali aveva un forte legame e ai quali commissionò dei dipinti.
Il legame con lo zio porterà Francesco a soggiornare più volte a Tòn e a realizzare alcune opere ancora conservate nella chiesa di Vigo di Tòn. La pala dell’altare di Sant’Antonio è attribuita a Francesco come la lunetta con l’Apparizione dell’angelo a San Francesco mentre una seconda lunetta e spicchi di lunetta sono di mano sua e del fratello Gianantonio.
Casa d’Arte Futurista
Via dei Portici 38, 38068 Rovereto (TN)
Orario: martedì – domenica 10.00 – 18.00; lunedì chiuso
Biglietti: intero 7€; ridotto 4€; biglietto famiglia 14€; ingresso gratuito ogni prima domenica del mese
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