6 consigli per affrontare la discesa come un vero montanaro
Se è vero che la fatica si fa sentire salendo, quando si cammina in montagna anche la discesa non va sottovalutata. Se sei tra quelli che piuttosto che farsi la discesa a piedi si farebbero volentieri venire a prendere da un elicottero o tornerebbero a valle volando in parapendio, allora questi consigli potrebbero tornarti utili.
Contenuto dell'articolo
Si pensa sempre che sia la salita la parte più difficile e faticosa di un’escursione, sono invece in molti a preferirla alla discesa. Sì, perché è vero che in salita si fatica molto e, soprattutto se poco allenati, spesso ci manca il fiato e ci sembra di non arrivare mai. Ma una volta arrivati in cima, siamo premiati per il nostro sforzo dalla bellezza del paesaggio e soprattutto siamo soddisfatti per aver raggiunto la meta.
Ma anche se rimandiamo il momento del rientro, poi in qualche modo bisogna tornare giù. Da questo punto di vista la discesa è considerata da molti la parte più noiosa della camminata, spesso perché si deve ripercorrere lo stesso sentiero dell’andata, il che rende il percorso meno affascinante. Ma è anche temuta da molti perché è il momento dell’escursione in cui si è più stanchi e perché camminare in discesa è una vera prova per i muscoli delle gambe e per ginocchia e caviglie.
Abbiamo raccolto qui alcuni consigli che possono essere utili quando si cammina in discesa, date un’occhiata e scrivete nei commenti se abbiamo dimenticato qualcosa!
Come affrontare la discesa in montagna – in breve
- 1) Controllare gli scarponi prima di partire
- 2) Andare piano, resisti alla tentazione di far presto
- 3) Variare il modo di camminare
- 4) Fare attenzione perché scivolare è facile
- 5) I bastoncini sono preziosi anche in discesa
- 6) Non c’è fiato corto, si può godere di qualche chiacchiera o individuare scorci da fotografia
Prima di partire per la discesa controlla gli scarponi
Prima di iniziare a scendere, legate ben stretti gli scarponi il modo che il piedi non ‘balli’ dentro la scarpa. Questo vi aiuterà a sentirvi sicuri nella discesa e farà in modo che la punta del piede non vada a battere continuamente sulla punta dello scarpone evitandovi brutte vesciche.
Andarci piano
Solo perché la discesa non vi sta simpatica, non significa che si debba tornare a valle tipo razzo lunare. Spesso c’è la tentazione di camminare molto veloce o addirittura di scendere correndo. Ecco, se non lo state facendo proprio per allenarvi per una corsa in montagna, è proprio una pessima idea.
Soprattutto se la salita è stata molto faticosa, il vostro corpo è affaticato e lo sono anche i vostri muscoli. Non si è lucidi e freschi come alla partenza e camminando molto veloce si rischia di mettere male un piede, scivolare o prendersi una brutta storta. Quindi il consiglio è scendere con un giusto passo, senza esagerare e sempre stando concentrati e attenti a dove si mettono i piedi.
Questione di tecnica, variare il modo di camminare
Se si cammina per molto su un tratto ripido, le gambe e le ginocchia cominciano a indolenzirsi e si ha quella sensazione di rilassamento, quasi come di un ‘cedimento’. In questo caso, se non ci sono in vista tratti pianeggianti dove poter dare una piccola tregua ai muscoli, può essere una buona tecnica variare il modo di camminare. Invece di scendere poggiando tallone-punta, si può camminare sul sentiero mettendosi leggermente in diagonale, come se si scendesse di lato su una scaletta. Cambiare la posizione dei piedi e il movimento delle gambe vi aiuterà, e potete avanzare invertendo a turno i due piedi, scendendo prima sul lato destro e poi sul sinistro.
Se vi trovate a camminare su un pendio scosceso senza sentiero, o su una strada sterrata molto ripida, un’atra tecnica che potete provare è scendere camminando a zig-zag formando dei piccoli tornanti, in modo da diminuire la pendenza.
Attenzione, in discesa si scivola!
In molti tratti in discesa il rischio di scivolare aumenta, proprio perché la stanchezza nelle gambe inizia a farsi sentire. Quindi è bene prestare molta attenzione e rimanere concentrati guardando attentamente dove si stanno appoggiando i piedi.
Una delle insidie peggiori sono le pigne nel bosco, che possono far scivolare anche il più esperto dei camminatori. Ma anche camminare sui ciuffi d’erba nei pendii ripidi o in un tratto di sentiero molto ghiaioso può portare a pericolose perdite di equilibrio, quindi sempre attenzione e prudenza.
I bastoncini, un aiuto prezioso anche in discesa
Come lo sono in salita, i bastoncini da trekking possono essere un aiuto prezioso anche in discesa. Puntando la racchetta ad ogni passo si alleggerisce il peso del corpo sulle gambe aiutandosi con le braccia. Se utilizzati correttamente i bastoncini possono in molti casi evitarvi un brutto scivolone. Prima della discesa regolate leggermente la lunghezza della racchetta, allungandola un po’ rispetto a come li avevate durante la salita.
Apprezzarne la parte bella senza il fiato corto
Se per molti la discesa è noiosa, per i gran chiacchieroni è il momento preferito dell’escursione. Finalmente si può camminare e contemporaneamente chiacchierare senza preoccuparsi del fiato corto. Anche con i bambini potrete inventare storie e guardare tutti quei dettagli che in salita avete apprezzato di meno perché magari un po’ affaticati. È sempre scendendo poi che potrete ammirare e fotografare alcuni scorci e panorami che magari vi siete persi durante la salita.
Se invece siete un caso disperato e la discesa proprio vi annoia, una buona alternativa potrebbe essere organizzare sempre itinerari ad anello. In questo modo non tornerete mai sui vostri passi ma camminerete sempre alla scoperta di nuovi sentieri.
Da ricordare sempre
Vivere la montagna con passione vuol dire anche e soprattutto rispettarla, per sé e per gli altri. In montagna non si abbandonano rifiuti, non si raccolgo fiori, piante e minerali e non si disturbano in nessun modo gli animali. Ecco le regole base da rispettare quando si è a contatto con la natura.
Credits: per l’immagine di copertina e la prima immagine del testo Caterina Zini, per la seconda immagine del testo Valentina Martini.