Come distinguere un pino da un abete
Non sapete qual è la differenza tra un pino e un abete? Per imparare a distinguerli c’è un metodo semplice e facile da ricordare, con cui potrete stupire i vostri amici durante la prossima escursione nel bosco.
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Differenze tra pino e abete
Abete e pino ad occhi inesperti possono sembrare davvero molto simili. Sono conifere, tutti e due di un bel verde scuro e sono sempreverdi. Come fare quindi per riconoscerli?
Il segreto per distinguerli
Il metodo più semplice e immediato è guardare da vicino un pezzetto di ramo e osservare la forma e la disposizione degli aghi. Nell’abete gli aghi sono molto corti e sono disposti uno ad uno direttamente sul ramo, mentre nel pino gli aghi sono più lunghi e sono raccolti a coppie o in ciuffi, a seconda della specie.
Abete
L’abete con la sua classica forma conica è l’albero di Natale per eccellenza.
Ne esistono diverse specie, una delle più diffuse anche in Val di Non è l’abete rosso, detto anche peccio o péc in dialetto noneso, dalla corteccia bruno rossastra che cresce in fitti boschi tra i 1000 e 1500 metri di altitudine.
Nell’abete rosso gli aghi sono di un bel verde omogeneo e crescono tutti intorno al rametto, caratteristica che permette di distinguerlo facilmente dall’abete bianco, in cui invece gli aghi sono disposti in piano e hanno due scanalature più chiare sul retro.
Un altro elemento che può essere utile riconoscere è la pigna, quella dell’abete è di forma piuttosto allungata e quando si apre, le scaglie sono sottili e tenere.
Pino
Il pino conta una vastissima varietà di specie, anche molto diverse tra loro, dai pini marittimi che popolano le coste mediterranee fino alle varietà che crescono nei boschi delle Alpi, come il pino silvestre e, più raro, il pino cembro.
Queste due specie si possono distinguere osservando come sono disposti gli aghi: nel pino cembro sono infatti raccolti in ciuffetti da 5, mentre nel pino silvestre crescono a coppie.
Più difficile è invece distinguere il pino silvestre da altre specie come il pino mugo o il pino nero, perché è necessario osservare la forma dell’albero e il colore del tronco o ancora la lunghezza degli aghi, forse dettagli meno riconoscibili per un occhio poco esperto.
Un altro elemento utile per distinguere il pino dall’abete è di nuovo la pigna che nel pino ha una forma tondeggiante ed è piuttosto legnosa, anche quando si apre mantiene una certa rigidità.
C’è anche il larice
Nelle fasce più alte dei boschi della Val di Non gli alberi più diffusi sono proprio i larici, larés in dialetto noneso. Quando si arriva al limite del bosco e gli alberi si diradano, ecco lì troverete sicuramente un larice.
Sono infatti alberi molto resistenti al gelo, in autunno si notano benissimo quando alcune parti del bosco diventano di un bel color giallo-arancio.
La caratteristica principale dei larici è infatti proprio questa, sono le uniche conifere non sempreverdi: in autunno gli aghi ingialliscono per poi cadere in inverno.
Questo fa sì che siano facilmente riconoscibili nella stagione fredda, ma è molto facile distinguerli anche d’estate: hanno infatti aghi molto fini e raccolti in folti ciuffetti di un verde chiaro, molto morbidi al tatto.
La pigna del larice è piuttosto piccola di dimensione e ha una forma leggermente allungata, quando si apre, rivela le sue scaglie sottili e tenere.
In primavera sui rami si possono vedere anche dei bellissimi fiori di una rosa/fucsia molto acceso, con una forma quasi a ricordare una pigna di petali. Sono i fiori femminili del larice.
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Credits: per l’immagine di copertina Alberto Concini, per le immagini dalla prima alla settima I Love Val di Non, per l’ottava immagine del testo Alberto Concini, per l’ultima immagine Stefanie Weiss.