6 fiori velenosi di montagna che devi saper riconoscere
Nei boschi e nei pascoli di montagna si possono trovare tantissimi fiori e piante di specie molto varie, tra cui ci sono anche fiori velenosi. Ecco alcuni consigli per imparare a riconoscere 6 fiori velenosi che puoi trovare in montagna durante una delle tue prossime passeggiate.
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Durante un’escursione in un bosco o in un bel pascolo aperto, si possono contare centinaia di specie di piante e fiori di montagna. In primavera spuntano i primi colori e in estate i prati di montagna coperti di fiori hanno quel profumo inconfondibile e buonissimo.
Ma tra le tante specie che si incontrano in montagna, ci sono anche dei fiori velenosi. Può essere molto affascinante e anche molto utile imparare a riconoscere alcune delle specie che si incontrano più di frequente sui monti.
Abbiamo raccolto qui 6 fiori velenosi che si possono trovare molto spesso nei boschi e nei prati di montagna. Qualcuno più fortunato conosce forse già alcuni di questi fiori velenosi, grazie agli insegnamenti dei nonni che durante le tante passeggiate spiegavano quali fossero le piante “buone” e quali invece i fiori da non toccare o le bacche da non mangiare.
Aconito Napello
Aconitum napellus
Cresce in estate nei pascoli montani, nei boschi e vicino ai torrenti facendosi notare con il suo bel viola intenso, l’aconito napello è però tanto bello quanto velenoso.
Questo fiore contiene infatti l’aconitina, un potente veleno moto nocivo per l’uomo. Tutte le parti della pianta sono velenose, in particolare radici e semi.
L’aconito è un bel fiore da guardare e fotografare ma non da raccogliere, perché anche solo toccandolo potrebbe causare delle irritazioni alla pelle. Non va assolutamente ingerito.
Colchico d’autunno
Colchicum autumnale
Tra i fiori velenosi che si possono trovare in montagna il colchico è uno dei più diffusi. Si tratta di un piccolo fiore molto velenoso, che cresce all’inizio dell’autunno e colora i pascoli di un vivo color rosa-viola. Viene anche chiamato “falso zafferano”, per la sua notevole somiglianza con il fiore di zafferano.
Ma a differenza dello zafferano che è un fiore commestibile, il colchico contiene la colchicina, un veleno molto pericoloso per l’uomo, e non va quindi raccolto né consumato in nessun modo.
Colore e forma sono simili, ma lo zafferano non cresce quasi mai in alta montagna e si può riconoscere perché all’interno del fiore ha 3 stami, contro i 6 del colchico. Anche se ci si sente sicuri di saper distinguere i due fiori, è sconsigliata in ogni caso la raccolta dello zafferano selvatico, data la pericolosità del colchico.
Per la sua forma il colchico potrebbe essere confuso anche con il crocus (crocus vernus), che cresce però nel periodo primaverile.
Dafne mezereo
Daphne mezereum
Detto anche mezereo, questo piccolo arbusto cresce anche in montagna, ed è facilmente riconoscibile in primavera per la sua eclatante fioritura.
Viene infatti comunemente chiamato fior di stecco, proprio perché i rametti spogli si coprono di tantissimi e piccoli fiorellini rosa prima ancora della comparsa delle foglie. I frutti di questo arbusto in estate sono invece delle piccole bacche di un bel rosso vivo.
Tutta la pianta di dafne mezereo è velenosa, e anche solo il contatto può provocare irritazioni cutanee. Le bacche rosse sono molto velenose e pericolose sia per l’uomo che per gli animali, e non vanno assolutamente ingerite.
Ranuncolo
Ranunculus
Il ranuncolo è una pianta spontanea che è molto frequente trovare anche nelle zone di montagna, nei pascoli e nei prati. Se ne contano tantissime specie presenti in tutto il mondo. Il ranuncolo selvatico è un piccolo fiore giallo, elegante nella sua semplicità.
I ranuncoli contengono l’anemonina, una sostanza tossica che a contatto con la pelle può causare piccole vesciche e irritazioni. Per la loro tossicità, i ranuncoli non sono amati nemmeno dagli animali al pascolo.
Anemone
Anemone nemorosa
Un piccolo fiore bianco e delicato, l’anemone è una pianta perenne che cresce in montagna e fiorisce alla fine dell’inverno. Appena scioglie la neve se ne possono trovare intere distese nei prati alpini, tanti piccoli punti bianchi che danno il primo segnale dell’arrivo della primavera.
Anche l’anemone dei boschi, come viene comunemente chiamato, è un fiore velenoso perché contiene la protoanemonina. Tutta la pianta è quindi tossica e urticante per l’uomo e velenosa anche per gli animali.
Mughetto
Convallaria majalis
Il mughetto è una pianta spontanea dai bellissimi fiori bianchi, dall’aspetto delicato ed elegante. Cresce spontaneamente nei boschi di montagna, con le sue grandi foglie arriva di solito ai 15-20 centimetri di altezza e fiorisce in primavera. Il profumo dei fiori di mughetto è intenso e inebriante.
Nonostante il suo aspetto così delicato, non bisogna lasciarsi ingannare, il mughetto è un fiore velenoso e pericoloso per uomini e animali.
Viene spesso anche usato nei giardini come fiore ornamentale, in questo caso è bene fare attenzione che bambini e animali domestici non ingeriscano nessuna parte della pianta.
Nota bene
È buona norma non raccogliere mai nessun fiore, pianta, bacca, fungo o frutto se non si conosce con sicurezza la specie e non si è sicuri che siano commestibili o non pericolosi. Anche in caso di minimo dubbio, è meglio evitare di toccare fiori e piante che non si conoscono. In molti casi si tratta di fiori e piante protette di cui è espressamente vietata la raccolta.
Credits: per l’immagine di copertina (fiore di aconito nell’altopiano del Rosetta-Dolomiti Agordine) Andrea Decima, per la prima immagine del testo Laura Crespi, per la seconda immagine del testo Mari Fenoglio, per la quinta e sesta immagine @ilovevaldinon.