Montagna e me. Perché vale la pena sapere cosa sono le curve di livello
Se non avete confidenza con le cartine escursionistiche, tutte quelle linee possono creare confusione invece di esservi d’aiuto. Ma con pochi e semplici consigli sarete in grado di leggere e interpretare le curve di livello su una cartina e preparare al meglio il vostro itinerario.
Quando si va in montagna la cartina è praticamente indispensabile e se imparate a leggerla in tutti i suoi aspetti diventerà una preziosa compagna di cui non potrete più fare a meno. Se siete proprio alle prime armi, leggete questi semplici consigli su come prendere confidenza con una mappa.
Se invece volete sfruttare al meglio la vostra cartina, non limitatevi a consultarla durante le vostre escursioni, ma utilizzatela anche prima per studiare a tavolino il vostro itinerario. Sarà infatti molto utile conoscere prima di partire quanto dislivello dovrete affrontare, se il sentiero sarà ripido o meno, soprattutto se non siete grandi camminatori.
Leggendo le curve di livello sulla vostra mappa è molto facile trovare queste informazioni e scegliere quindi il sentiero migliore per voi. Se non sapete proprio da che parte iniziare, ecco qualche dritta.
Cosa sono le curve di livello?
Se guardate una cartina escursionistica, quelle sottili linee tutte a curve una vicina all’altra, di solito di un marroncino chiaro, sono le curve di livello. Sono linee continue che disegnano la forma della montagna, perché ogni linea rappresenta una certa quota, per esempio 2000 metri, e quella stessa linea unisce sulla mappa tutti i punti che nella realtà sono a 2000 metri di altitudine.
Vedrete quindi tutte linee continue e concentriche, che dal fondovalle arrivano fino alla cima, a quote ben precise a seconda della scala della vostra cartina. Per esempio su una mappa in scala 1:25.000 vedrete una serie di curve di livello più marcate ogni 100 metri di dislivello, la cui quota viene normalmente indicata lungo la linea direttamente sulla mappa. In mezzo a due curve marcate, ne vedrete 3 più fini posizionate ogni 25 metri di dislivello.
A cosa servono le curve di livello?
L’utilità più immediata è quella di poter determinare la quota di un punto preciso sulla mappa. Basta cercare la curva di livello più vicina a quel punto, se è marcata basta seguirla e troverete indicata la sua quota; se è di quelle più fini basta fare un rapido calcolo partendo dalla curva marcata più vicina. Aiutatevi anche con i punti già quotati sulla mappa indicati con un puntino nero e accanto l’altitudine. Tutti i punti di interesse come i centri abitati, una cima, un colle, sono sempre riportati in mappa con la relativa quota, questo vi sarà d’aiuto per determinare l’altitudine del punto che vi interessa.
Può essere poi molto utile osservare le curve di livello rispetto al percorso del sentiero che avete scelto, per capire se il tratto che volete percorrere è pianeggiante oppure se supera velocemente un dislivello notevole. Infatti quando le curve di livello sono molto vicine l’una all’altra è perché in quel punto il versante della montagna è molto ripido. Se il sentiero taglia perpendicolarmente le curve di livello significa che anche il sentiero sarà molto ripido, ma vi permetterà di superare il dislivello velocemente.
Se il pendio è più dolce le curve saranno più distanziate, e anche se il sentiero le taglia in modo perpendicolare sarà meno ripido del precedente. Per sapere quanto dislivello dovrete superare, contate le curve di livello marcate, che in scala 1:25 000 sono una ogni 100 metri. Nell’immagine, il tratto di sentiero evidenziato taglia quasi perpendicolarmente le curve di livello superando un po’ meno di 500 metri di dislivello. In questo caso il calcolo del dislivello è facilitato dalle due quote indicate in corrispondenza della malga (1842 m) e del punto di arrivo del tratto evidenziato (2305 m).
Se invece amate solo i percorsi pianeggianti, dovete cercare quei sentieri che letteralmente seguono la curva di livello, che siano cioè quasi paralleli alla curva, e che quindi non presenteranno bruschi cambi di quota.
Quando avrete preso dimestichezza con le curve di livello, guardando una cartina saprete riconoscere i cambi di quota, una zona pianeggiante, come si sviluppa un fondovalle, dove c’è una parete verticale o una cresta. Basta solo allenare l’occhio e le montagne della Val di Non non avranno più segreti… o quasi!
Credits: per l’immagine di copertina (Monte Luco) Nicola Gabardi, per l’elaborazione delle due immagini del testo Ilovevaldinon.