4 trattori mitici in Val di Non
Quando sentite dire Val di Non pensate alle mele, ma se poi pensate ancora compaiono anche loro, i trattori. In testa a una colonna di macchine sulla strada verso Cles o nelle strade di campagna carichi che sembrano un TIR, i trattori fanno parte del paesaggio in Val di Non, vanno conosciuti.
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Certo, non c’è da stupirsi, in una zona dove si lavora la terra il trattore è quasi il miglior amico dell’uomo e in Val di Non ce ne sono parecchi di ‘sti migliori amici, non ci si deve stupire se si trovano parcheggiati davanti al bar o alla posta e tocca aver pazienza se te le trovi davanti sulla strada, i trattori hanno la precedenza, perché “ci, se laora“.
Siamo ironici, ma per simpatia, i trattori rappresentano il lavoro e il bello è che si tratta anche del lavoro di molti giovani; appassionati, determinati e con tanta voglia di fare, spesso giustamente fieri dei loro mezzi.
Che si tratti di vecchi trattori ereditati dal nonno o dell’ultimo modello con stereo in cabina, ogni contadino è affezionato al suo trattore che chiama con il nome del marchio produttore perché già quello dice tutto, capacià, potenza, agilità.
I primi trattori in assoluto compaiono negli Stati Uniti a fine ‘800, erano pesanti, ingombranti e scomodi. In più di un secolo la tecnica ha fatto enormi progressi, dai trattori a testa calda, passando per i trattori diesel fino ad arrivare ai trattori gommati odierni. Tante sono le case nel mondo che hanno contribuito a creare modelli che sono poi diventati mitici, facendo diventare il trattore la macchina agricola per eccellenza.
Il Fiat
Il Fiat color arancio acceso rimanda il pensiero indietro nel tempo, quando pensavi che la parola trattore si potesse sovrapporre proprio a quel mezzo lì. I vecchi Fiat sono quelli a cui siamo visivamente più affezionati, con un po’ di anni sulle spalle ma che ancora, con calma, fanno il loro dovere.
Non adatto al contadino frenetico.
La Fiat, una delle case storiche italiane anche nella produzione di macchine agricole, lancia nel 1918 il suo primo trattore, il Fiat 702 con 30 cavalli. All’inizio degli anni ‘30 è la Fiat a produrre il primo trattore a cingoli in Europa, e nel ‘39 lancia il Fiat 40 Boghetto primo trattore prodotto in serie con un motore che può funzionare con diversi carburanti. Negli anni ‘60 viene creata la divisione Fiat Trattori, poi diventata FiatAgri.
I trattori Fiat hanno fatto la storia delle macchine agricole in Italia. Dai piccoli trattori che si guidano anche per andare al bar, ai cingolati per lavorare anche nei campi più impervi, alle serie FiatAgri degli anni ‘90.
Il Landini
Probabilmente del Landini ti diranno che va dappertutto e fa tutto. Anche in Val di Non non c’è agricoltore proprietario di Landini che non tessa le lodi di questo mito blu.
Per il contadino con l’anima del tuttofare.
La Landini è una storica casa italiana fondata in Emilia Romagna nel 1884 da Giovanni Landini, che all’inizio del ‘900 è il primo in Italia ad applicare i motori a testa calda ad una macchina agricola. Negli anni ‘30 la Landini diventa la principale fabbrica di trattori italiana superando la Fiat. Nel 1934 viene messo in produzione il Superlandini, con i suoi 48 cavalli è il trattore più potente dell’epoca.
Il motore testa calda è oggi soppiantato dai motori diesel, con maggior rendimento e più gestibili, ma i Landini Testa calda rimangono un mito tra gli appassionati e gli agricoltori, diventati anche pezzi da collezione molto ricercati.
Il SAME
Altro trattore dal nome storico, il Same è un trattore che potrai incontrare spesso in Val di Non, specialmente la versione più moderna, con la cabina chiusa che ha reso un pochino meno drammatico il lavoro nelle mattine rigide d’autunno.
Adatto anche al contadino della domenica.
La Same viene ufficialmente fondata in provincia di Bergamo nel 1942 dai fratelli Francesco ed Eugenio Cassani, che avevano progettato e costruito già nel 1927 il Cassani 40 CV, trattore agricolo azionato da un motore Diesel, che poteva raggiungere i 15 km all’ora e costava 28 mila lire.
Nel ‘48 la SAME presenta il Trattorino universale a tre ruote, due motrici e una sterzante, definito un gioiello dell’industria italiana. Dagli anni ‘50 mette in produzione anche attrezzi specifici come ruspe posteriori, barre falcianti, rimorchi ribaltabili, pompe da irrigazione.
E dagli anni ‘60 quasi ogni anno viene presentata una nuova macchina, tutti modelli dai nomi più fantasiosi: Puledro, Centauro, Buffalo, Corsaro, Saturno, Titan fino al moderno Virtus.
Il Lamborghini
Molto probabilmente se si tratta di giovane agricoltore il suo Lamborghini lo chiama il Lambo e lo ama come se fosse la Lambo. E’ forse il trattore con la linea più elegante, così, oltre che essere funzionale, non passa di certo inosservato.
Per il contadino attento ai dettagli.
Fondata nel 1948 in Emilia Romagna grazie al lavoro di Ferruccio Lamborghini, la Lamborghini Trattori non vanta forse la tradizione di case storiche come la Fiat e la Landini, ma è oggi un marchio conosciuto in tutto il mondo.
Le prime produzioni iniziano proprio nel dopoguerra utilizzando i residui dei materiali bellici abbandonati. Vengono allestite le prime trattici Carioca utilizzando motori di mezzi militari, ma con un’importante innovazione: un vaporizzatore che consente al trattore di essere avviato a benzina e poi funzionare a petrolio.
La casa continua a crescere, nel 1963 Ferruccio Lamborghini fonda anche la Lamborghini Automobili con il celebre marchio raffigurante il toro da allora usato anche sulle macchine agricole. Dieci anni dopo la Lamborghini Trattori entra a far parte del gruppo SAME.
La qualità dei trattori Lamborghini si conferma ancora oggi, nel 2014 il modello Nitro vince diversi premi internazionali tra cui il Tractor of the Year.
Altre marche mitiche
Ci sono tante altre case di produzione di macchine agricole nel mondo, tra cui la tedesca Fendt fondata nel ‘37 da Xaver Fendt, il marchio Deutz che dal 1995 fa parte del gruppo SAME, la Antonio Carraro azienda italiana di Padova dal 1910, i marchi statunitensi Ford Tractor e Case che dagli anni ‘90 con la Fiat formano il gruppo CNH.
Grazie a tutti i ragazzi che ci hanno dato una mano per la realizzazione di questo post fornendoci le immagini necessarie, Michele Arnoldo, Alain Filippi e Fabiano Agosti.
Credits: in copertina il Fendt di Michele Arnoldo, per la seconda e terza immagine del testo Alain Filippi, la quarta immagine nel testo Fabiano Agosti.
Foto nella galleria: la prima, seconda e terza immagine di Alain Filippi, la quarta di Fabiano Agosti.