La storia dello scultore del bosco delle fate in Val di Non

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Nei boschi di un piccolo paese della Val di Non gli alberi raccontano storie, si, un piccolo mondo di gnomi, fate e animali han preso vita dal legno per mano di un’unica persona, uno scultore del tutto particolare.

Scultore Vito Datres Aquila I Love val di Non

La prima volta che abbiamo scritto del percorso Il lavoro le fate le streghe di Preghena che è nella parte della Val di Non chiamata Mezzalone è stato subito dopo averlo visto per la prima volta. Come spesso accade, ce ne avevano parlato ma non avremmo mai capito se non fossimo andati di persona.

Non avremmo capito che tipo di atmosfera, quale strana magia si può generare in un bosco se qualcosa di artistico lo sfiora. Non usiamo la parola sfiorare a caso, perché questo percorso che ha preso forma su una strada nel bosco già esistente è popolato da creature di legno che sembrano essere naturalmente lì.

Vito Datres Scultore - percorso Fate Preghena I Love Val di Non

Una delle cose che ci aveva subito colpito quando ci avevano detto di questo percorso era che l’autore di tutte le installazioni fosse uno solo. Un solo scultore per tutte le creazioni e si, abbiamo subito pensato che volevamo saperne di più. Non è stato semplice raggiungere Vito Datres, una quotidiano fitto di impegni lavorativi e uno spirito schivo e poco incline a parlare di sé, ma ci siamo riusciti.

C’è una luce calda e un odore forte di legno quando entri nel suo laboratorio, un parte del suo garage pieno di attrezzi, sgorbie e trucioli di legno.

Datres Vito scultore - I Love Val di Non

In un angolo alcune sculture. Riconosciamo la fisionomia degli gnomi buoni del bosco di Preghena e al centro, un’aquila fiera e imponente ci guarda, “… è quello a cui sto lavorando ora, da un bel po’ a dire la verità, ma ci sono quasi ” ci dice Vito, mani da lavoratore, fisico atletico, poche parole, quelle necessarie a parlare del suo lavoro di scultore.

Non un lavoro vero, perché il suo è quello di costruire, con quella sapienza artigiana che hanno ancora quei muratori che fanno il loro mestiere per passione, ma nemmeno un hobby perché scolpire per lui è più un’esigenza, una necessità.

Vito ci racconta che ha cominciato a scolpire quasi per caso. Un infortunio l’aveva obbligato a fermarsi dal lavoro e stare fermo, era una cosa snervante per uno spirito come il suo con quell’istinto, che spesso si ritrova nella gente di questi posti, di dover sempre dare un senso al tempo, riempirlo di azioni e gesti.

Vito-Datres-scultore-Laboratorio--compressor

Un giorno, ad una manifestazione in un paese vicino, gli capitò di vedere uno scultore che lavorava il legno, ne rimase affascinato, colpito e incuriosito in modo così profondo da tornare a casa e provare a ricreare quel gesto. A capire se era possibile riuscire a tirare fuori da un pezzo di legno, quello che lui già ci vedeva.

Ha iniziato così, tirando fuori frutti dai ciocchi e animali dai tronchi in un crescendo di consapevolezza e capacità che, come spesso capita agli artisti, l’ha portato a sperimentare e cimentarsi con diverse difficoltà dando vita a una produzione ricca di soggetti e sperimentazioni.

Scultore Vito Datres Animali - I Love Val di Non

Anche nel lavoro del percorso delle Fate e le Streghe di Preghena il suo sperimentare è stato messo alla prova. Perché creare una scultura significa anche conoscere e trovare la materia prima giusta, il pezzo di legno che sta lì, ad aspettare che qualcuno ne tiri fuori qualcosa, come una seconda vita.

Come il pezzo di legno per la realizzazione del serpente che si trova a raccontare una delle storie del percorso. Un grosso pezzo di legno che Vito aveva trovato camminando verso il monte Pin e che ha, non senza problemi, trascinato a valle per dargli quel preciso ruolo. E così, ogni pezzo delle sculture del percorso ha un’origine, una storia nella storia.

Datres Vito - scultore I Love Val di Non 2

Ma in pratica, sentendolo raccontare capiamo che tutti i suoi lavori hanno una storia affascinante e unica. Il suo modo di fare è appassionato e intenso e la sua tecnica rivela tutta la sua viva curiosità, il desiderio di mettersi di continuo alla prova e quella componente di purezza nel gesto che a volte, scultori più consumati, perdono per strada.

E mentre una scultura è quasi finita, brilla lo sguardo di entusiasmo nel raccontarci nuove idee e progetti.

 

Credits: tutte le foto sono di I Love Val di Non
Un ringraziamento particolare allo scultore Vito Datres e alla sua famiglia per la straordinaria cortesia con cui ci hanno ospitati.

Redazione

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