La trasformazione più importante nella storia recente della Val di Non
Sono molti i cambiamenti nella storia recente della Val di Non, ma negli anni ’50 uno più di tutti ha segnato una profonda trasformazione nel paesaggio.
Il tempo trasforma il luoghi che conosciamo, ci si abitua al nuovo e la memoria di quel che era si perde nei racconti dei nonni. Per questo quando ritroviamo una vecchia fotografia oppure, rovistando nelle vecchie scatole in soffitta, ci troviamo in mano qualche cartolina in bianco e nero, sappiamo che si tratta di qualcosa di prezioso.
Sono immagini che ci raccontano un pezzo di storia di quel che non c’è più, ci fanno vedere come si è trasformato quel che oggi conosciamo così bene.
Val di Non tra storia e memoria
Non sempre i cambiamenti sono lenti e impercettibili, in Val di Non il paesaggio ha subito un forte e netto cambiamento all’inizio degli anni ’50 con la formazione del lago di Santa Giustina.
Dopo la costruzione della diga nel 1951, un’opera per l’epoca davvero straordinaria, si procede all’invaso del bacino. Le acque del Noce a poco a poco sommergono boschi, prati, terreni coltivati, fino a coprire circa 406 ettari di terreno.
Storia sommersa
Com’è avvenuto per molte valli del nord Italia, questa forte trasformazione ha fatto sì che molte tracce, molti segni andassero perduti, sommersi dall’acqua. Ma quando il livello del lago scende, per manutenzione o per motivi di gestione della centrale idroelettrica, si vede riaffiorare un paesaggio quasi lunare, modellato negli anni dall’azione dell’acqua.
È un paesaggio affascinante, che stimola la curiosità e porta tanti sulle sponde brulle del lago a scattare fotografie, prima che l’acqua torni a ricoprire tutto. Ci sono alcuni segni che sono rimasti intatti, come il ponte dei Regai sul rio di San Romedio, il primo a riaffiorare appena il livello cala, incredibilmente integro, come se non sentisse il peso degli anni e dell’acqua.
Sono passati quasi 70 anni e sono sempre di meno le persone che si ricordano come fosse la valle prima del lago. Proprio per questo le vecchie immagini che ci mostrano il paesaggio della Val di Non prima della costruzione della diga sono interessanti e davvero preziose.
Credits: per l’immagine di copertina e la terza del testo Fabio Bartolini, per la quarta immagine del testo Emiliano Leonardelli.