Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul rosso del lago rosso

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Il lago di Tovel in Val di Non è conosciuto in tutto il mondo perché le sue acque, fino al 1964, si tingevano ogni estate di un vivo color rosso sangue. Come si spiega lo strano fenomeno del lago rosso? E perché non si è più verificato da allora?

Per decenni il rosso del lago ha incuriosito e affascinato. Molti esperti e ricercatori, già dall’inizio del secolo, si sono dedicati al lago di Tovel studiandone le caratteristiche per dare una spiegazione prima al fenomeno dell’arrossamento e poi al perché questo non si sia più verificato. Oggi, dopo recenti studi, la comunità scientifica ha le idee un po’ più chiare ma c’è ancora del lavoro da fare. Intanto cerchiamo di capire qualcosa di più sul rosso del lago rosso.

Se invece non conosci il lago di Tovel puoi dare un’occhiata a cosa abbiamo raccontato qui.

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Perché il lago di Tovel diventava rosso?

Le prime notizie delle acque rosse del lago risalgono al 1864 e sono dell’esploratore inglese Douglas William Freshfield, che descrive la val Tresenica (valle di Tovel) nei racconti dei suoi viaggi e delle sue imprese alpinistiche nel libro Italian Alps pubblicato nel 1875.

Ma bisogna aspettare fino agli anni ‘30 del secolo successivo perché vengano compiuti i primi studi. Il professore Edgardo Baldi, il più illustre idrobiologo italiano dell’epoca, incaricato dal Museo Tridentino di Scienze Naturali, conduce tra il 1937 e il 1941 diverse campagne di studio sul lago.

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Dalla sue ricerche conclude che il fenomeno è dovuto alla presenza di un’alga denominata Glenodinium sanguineum, che si presenta in due forme intercambiabili: la serie rossa e la serie verde. Baldi sostiene che sia la stessa alga a dare diversi colori al lago, e che la diversa fioritura dell’alga sia influenzata da temperatura e radiazioni solari. Ma solo una parte del lago, la baia rossa a sud-ovest, è interessata da questo fenomeno.  Il professore giustifica questa particolarità sostenendo che sia la brezza a trasportare le alghe rosse in questa porzione del bacino.

Durante tutto il ‘900, soprattutto dopo il 1964, altri studiosi si avvicineranno al lago rosso per studiarlo e cercare di capire la causa del mancato arrossamento, senza giungere a risposte convincenti. Le conclusioni del Baldi sul processo di colorazione del lago si consolidano e finoagli anni duemila non vengono messe in discussione.

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Oggi sappiamo che la tesi del Baldi non era completamente corretta, recenti studi hanno infatti dimostrato che non era un’alga sola a trasformarsi. Sono infatti 3 le alghe presenti nel lago: la Baldinia anauniensis, la Tovellia sanguinea, responsabile dell’arrossamento, e una terza ancora in fase di studio.

Il particolare fenomeno era quindi dovuto alla fioritura della Tovellia sanguinea che era presente in quantità massicce nella piccola baia di sud-ovest, collegata ad un bacino più grande che ne amplificava in modo spettacolare l’effetto ottico. Il fenomeno si produceva in condizioni meteorologiche favorevoli, in particolare nel caso di una bassa piovosità estiva.

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E perché il lago rosso non diventa più rosso?

L’ultimo forte arrossamento delle acque di Tovel si verifica nell’estate del 1964. Qualche cenno del fenomeno si ripresenta negli anni seguenti, 1965 e 1967, poi ancora nel 1977 e 1978 e infine alcuni lievi segnali nel 1982 e 1983.

La scomparsa di questo spettacolo straordinario ha creato sconcerto e dato adito a molte polemiche. Nonostante i numerosi studi svolti e le tante ipotesi avanzate, fino agli anni duemila non si è mai arrivati a determinare la vera causa del mancato arrossamento. Si attribuiva comunque la responsabilità ad attività umane, partendo dall’idea che fosse l’uomo ad alterare l’ecosistema del lago.

Vengono incolpati di volta in volta i cambiamenti climatici globali e locali, come l’alterazione dell’equilibrio ambientale della valle a seguito della realizzazione dell’invaso di Santa Giustina, l’uso di detersivi e pesticidi, la presenza di abitazioni estive sulle rive. E ancora le introduzioni ittiche, lo svaso eccessivo delle acque del lago effettuato nell’estate del 1964 da ignoti, le modifiche alla gestione del bosco e del sottobosco.

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Il progetto SALTO

Nessuno studio arriva a dare risposte convincenti e complete, per questo motivo nel 2001 viene avviato il progetto SALTO Studio sul mancato arrossamento del Lago di Tovel con un finanziamento erogato dalla Provincia Autonoma di Trento nell’ambito del Fondo Unico per la Ricerca.

Si costituisce così un’équipe di ricerca coordinata dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, coinvolgendo altre quattro Unità di Ricerca trentine (il Museo Tridentino di Scienze Naturali, il Parco Naturale Adamello Brenta, il Dipartimento di Fisica – Laboratorio di Chimica Biorganica e il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università di Trento) che hanno a loro volta cooptato altre 17 istituzioni scientifiche nazionali e straniere con competenze complementari.

Lo scopo del progetto e del coinvolgimento di così tante competenze è di studiare il lago e la sua storia, capire come avveniva il fenomeno e determinare le ragioni della sua scomparsa.

Ecco perché il lago di Tovel non diventa più rosso

I risultati del progetto, presentati a fine del 2004, correggono come detto sopra la teoria del professor Baldi sul processo di colorazione del lago rosso e chiariscono finalmente il motivo della sua improvvisa interruzione.

Viene infatti dimostrato che la fioritura dell’alga Tovellia sanguinea era strettamente legata alla presenza nelle acque del lago di nutrienti quali fosforo e azoto, provenienti dalle deiezioni del bestiame nelle malghe. Le sorgenti vicine alla baia rossa raccoglievano infatti le acque dei terreni prossimi alle malghe dove le bestie pascolavano.

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La scomparsa del fenomeno della fioritura dell’alga è quindi direttamente legata alla diminuzione degli apporti nutrizionali dovuti al cambiamento della gestione degli animali in malga. Dal secondo dopoguerra infatti diminuiscono le greggi che soggiornavano nei pascoli alti sopra al lago, il bosco occupa gradualmente le aree adibite a pascolo e cambia la gestione degli animali in malga. 

La fioritura dell’alga Tovellia era dovuta infatti a molti fattori e avveniva in condizioni molto particolari. Il cambiamento di uno di quei fattori, in questo caso fondamentale, spiega l’interruzione del fenomeno dell’arrossamento.

Al lago di Tovel continuano gli studi

Questi risultati chiariscono finalmente il perché del lago rosso e le cause del mancato ripetersi del fenomeno, ma gli studi e i monitoraggi non si sono interrotti. Oggi il lago di Tovel è un sito di ricerca del LTER-Italia, rete italiana di Ricerca Ecologica a Lungo Termine, rete di ricercatori che conducono studi ecologici a lungo termine su vari ecosistemi per approfondire le conoscenze sui processi fisici e biologici che li governano, valutare l’impatto dei cambiamenti globali e conservare la biodiversità.

Al centro del lago è stata installata una piattaforma di monitoraggio con sensori di temperatura dell’acqua e del livello dell’ossigeno disciolto, per raccogliere dati e condividerli con un network di ricercatori ed enti.

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Rimane da capire, nel caso ci sia la volontà, se sia possibile trovare un modo, che ovviamente non pregiudichi l’ecosistema del lago, per riprodurre nuovamente il fenomeno dell’arrossamento favorendo la fioritura della Tovellia sanguinea.

Credits: per l’immagine di copertina e la quarta immagine del testo Gino de Concini, per la prima e la sesta immagine nel testo Alberto Concini, per le due cartoline catinabib.it

Redazione

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